60 anni di Barbie, perché ricordarla!
Un investigatore privato che dedica un articolo intero al giocattolo più famoso del mondo? Sapevate che l’industria del giocattolo più famoso al mondo (Mattel) deve molto alle agenzie investigative soprattutto in questi ultimi anni?
Proprio così, Mattel e MGA hanno combattuto una battaglia legale senza esclusione di colpi.
Barbie in sintesi
La bambola più famosa al mondo entra per la prima volta nelle case dei bambini il 9 marzo 1959, a partire da quel giorno diventa subito l’icona che porterà intere generazioni di bambine, bambini e soprattutto collezionisti a vivere e sognare un mondo nel quale tutto è possibile.
Il segreto del successo di Barbie non sta soltanto nella capacità di interpretare i cambiamenti sociali e le mode, ma soprattutto di entrare costantemente nella cultura pop attraverso lo sviluppo di modelli che omaggiano alle star di Hollywood.
Barbie ha avuto centinaia di carriere ed hobby differenti(veterinaria, hostess, pilota di volo, motociclista, dottoressa e molto altro) assecondando i desideri e attitudini delle bambine, la bambola diventa così il modello della donna indipendente che può svolgere qualsiasi attività abbattendo le distinzioni di genere.
Molte piccole case di produzione hanno visto nella famosa bambola della Mattel, un punto di riferimento.
Non c’è da stupirsi che molti mercatini propongano delle copie di bassa qualità della nostra eroina tuttofare Barbie. I responsabili del colosso dei giocattoli non hanno subito pressioni dal mercato della contraffazione. La fedeltà al brand e la magia che si cela dietro il mito delle Barbie non è mai stato messo in discussione.
Quando un giorno…
Un certo Carter Bryant, impiegato della Mattel, nell’ottobre del 2000 prima di abbandonare l’azienda vende al competitor MGA gli sketch e il prototipo di un nuovo giocattolo. Secondo gli accordi ogni idea e sviluppo creativo per un nuovo giocattolo deve passare sotto il controllo e protezione del copyright da parte della Mattel. Il progetto segreto venduto alla MGA prende il nome di Bratz. Una versione adolescente, caricaturale e colorata della Barbie. Questo nuovo modello cattura immediatamente l’attenzione delle più giovani divenendo un fenomeno di culto.
Barbie protegge il suo brevetto
Briant diventa dalla fine del 2000, il responsabile creativo della MGA. Questo colpo basso non è piaciuto affatto alla Mattel che rivendica la proprietà intellettuale delle Bratz dell’ex dipendente. Nel 2004 la corte condanna in primo grado Bryant di aver stracciato gli obblighi contrattuali prima della conclusione del contratto con la Mattel.
Dopo la decisione della corte, la MGA protegge il suo nuovo dipendente accusando a sua volta la Mattel di concorrenza sleale, appropriazione indebita della proprietà intellettuale e di architettare le manovre al fine di affossare il progetto delle Bratz e i nuovi contratti commerciali nati grazie al nuovo giocattolo.
Le misure offensive da parte dell’MGA

MGA continua a “comprare” molti dei dipendenti della Mattel, anche durante i continui processi e ricorsi sull’appartenenza intellettuale del
le Bratz. Tra i maggiori esponenti troviamo Ron Brawer direttore marketing senior e vice predente/general manager, che ha diretto un grande numero di impiegati della Mattel. L’MGA ha segretamente iniziato a proporre delle offerte di lavoro con cifre da capogiro, ancora prima di rendere pubblico l’interesse nei confronti di Brawer.
Barbie ingaggia un team di investigatori privati
Per la concorrenza sleale, infedeltà da parte dei propri dipendenti e soprattutto per proteggere la proprietà intellettuale di progetti non basta l’aiuto di avvocati professionisti. In questo caso l’aiuto di un investigatore privato e il suo team è di fondamentale importanza.
La Mattel sapeva che c’erano dei movimenti sospetti da Brawer e che l’MGA era sempre con il fiato sul collo. Un team di investigatori privati ha fatto letteralmente da ombra a Brawer e tutta la sua famiglia.
Tutti i documenti che sono stati rilasciati hanno permesso alla Mattel di vincere la causa contro la MGA consegnando prove concrete sull’aggressività della concorrenza con i suoi tentativi,spesso riusciti, di corrompere e comprare le ricerche protette dal copyright.
Barbie investigatrice privata vince la causa dopo circa dieci anni di battaglie legali fatte di trucchetti e giri di milioni di dollari.
La bambola Bratz è fuori produzione, farà forse la gioia di qualche collezionista tra qualche anno.
Questa storia a lieto fine mostra quanto non basti avere soltanto dei buoni avvocati per vincere una causa, sono le informazioni consegnate da un investigatore privato a fare la differenza.
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